Parole chiave della Costituzione: il Parlamento
Di Antonio Pileggi
Dopo le riflessioni sulle parole chiave dei primi 12 articoli contenenti i Principi Fondamentali, prima parola “l’Italia”, e della Parte Prima della Costituzione contenete i “diritti e i doveri”, prima parola “la libertà”, la prima parola della Parte Seconda, che disciplina l’ordinamento della Re pubblica, è il “Parlamento”.
Tre parole: “Italia”, la cui sovranità “appartiene al popolo”, “Libertà”, e “Parlamento” sono le tre parole chiave che fanno luce sull’architettura costituzionale progettata e concretamente costruita, con meticoloso e meditato pensiero politico, dai nostri Padri e dalle nostre Madri costituenti.
Cos’è il Parlamento? È il luogo dove si parla, dove si discute, dove avviene il confronto di idee e di interessi anche contrapposti, dove si decide. È il luogo dove è rappresentato il popolo sovrano (art. 1) che, mediante le elezioni a suffragio universale e diretto, sceglie chi lo debba rappresentare; chi lo debba rappresentare col compito di “conoscere, discutere e deliberare”. Uso questi tre verbi, declinati all’infinito, per ricordare che sono i verbi di un noto adagio di Luigi Einaudi, uno dei nostri autorevolissimi Padri costituenti.
Al riguardo, mi preme iniziare le riflessioni sulla parola Parlamento ricordando cosa ebbe a dire su questo fondamentale organo costituzionale Luigi Einaudi, il primo Presidente della Repubblica eletto a Costituzione vigente in occasione del suo giuramento innanzi alle Camere riunite in seduta comune: “Nelle vostre discussioni, signori del Parlamento, è la vita vera, la vita medesima delle Istituzioni che noi ci siamo liberamente date. E se v’ha una ragione di rimpianto nel separarmi, per vostra volontà, da voi è questa: di non poter partecipare più ai dibattiti dai quali soltanto nasce la volontà comune; e di non poter più sentire la gioia, una delle più pure che cuore umano possa provare, la gioia di essere costretti a poco a poco dalle argomentazioni altrui, a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte, torto ed accedere, facendola propria, alla opinione di uomini più saggi di noi.”
Einaudi è passato alla storia per la sua saggezza, per la sua grande e stimata cultura, per la sua autorevolezza morale e politica e per il suo efficace ruolo di tutore della Costituzione. Aggiungo, come nota di cronaca, che, a partire dal 24 marzo 2024, sono innumerevoli le iniziative per celebrare i 150 anni dalla sua nascita. Il Comitato per le celebrazioni, che è stato costituito nello scorso 2023 e che ha come Presidente d’onore Roberto Einaudi, opera sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
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