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Parole chiave della Costituzione: il Parlamento 

Saggio di Antonio Pileggi pubblicato dalla Rivista trimestrale “LIBRO APERTO”, N. 117, Aprile/Giugno 2024.
Nei precedenti numeri di Libro Aperto, dal n. 107 (Ottobre/Dicembre 2021), fino all’ultimo nr. 117 sopra citato, analoghi saggi sono stati pubblicati sulle parole chiave della Costituzione (dall’art. 1 in poi).

Di Antonio Pileggi

Dopo le riflessioni sulle parole chiave dei pri­mi 12 articoli contenenti i Principi Fondamentali, prima parola “l’Italia”, e della Parte Prima della Costituzione contenete i “diritti e i doveri”, prima parola “la libertà”, la prima parola della Parte Seconda, che disciplina l’ordinamento della Re­ pubblica, è il “Parlamento”.

Tre parole: “Italia”, la cui sovranità “appartie­ne al popolo”, “Libertà”, e “Parlamento” sono le tre parole chiave che fanno luce sull’architettura costituzionale progettata e concretamente costru­ita, con meticoloso e meditato pensiero politico, dai nostri Padri e dalle nostre Madri costituenti.

Cos’è il Parlamento? È il luogo dove si par­la, dove si discute, dove avviene il confronto di idee e di interessi anche contrapposti, dove si decide. È il luogo dove è rappresentato il po­polo sovrano (art. 1) che, mediante le elezioni a suffragio universale e diretto, sceglie chi lo debba rappresentare; chi lo debba rappresentare col compito di “conoscere, discutere e delibera­re”. Uso questi tre verbi, declinati all’infinito, per ricordare che sono i verbi di un noto adagio di Luigi Einaudi, uno dei nostri autorevolissimi Padri costituenti.

Al riguardo, mi preme iniziare le riflessioni sulla parola Parlamento ricordando cosa ebbe a dire su questo fondamentale organo costitu­zionale Luigi Einaudi, il primo Presidente della Repubblica eletto a Costituzione vigente in oc­casione del suo giuramento innanzi alle Camere riunite in seduta comune: “Nelle vostre discussioni, signori del Parla­mento, è la vita vera, la vita medesima delle Isti­tuzioni che noi ci siamo liberamente date. E se v’ha una ragione di rimpianto nel separarmi, per vostra volontà, da voi è questa: di non poter par­tecipare più ai dibattiti dai quali soltanto nasce la volontà comune; e di non poter più sentire la gioia, una delle più pure che cuore umano possa provare, la gioia di essere costretti a poco a poco dalle argomentazioni altrui, a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte, torto ed acce­dere, facendola propria, alla opinione di uomini più saggi di noi.”

Einaudi è passato alla storia per la sua saggez­za, per la sua grande e stimata cultura, per la sua autorevolezza morale e politica e per il suo effica­ce ruolo di tutore della Costituzione. Aggiungo, come nota di cronaca, che, a partire dal 24 marzo 2024, sono innumerevoli le iniziative per celebra­re i 150 anni dalla sua nascita. Il Comitato per le celebrazioni, che è stato costituito nello scorso 2023 e che ha come Presidente d’onore Roberto Einaudi, opera sotto l’Alto Patronato del Presi­dente della Repubblica.

Parole chiave della Costituzione: il Parlamento

Antonio Pileggi
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