Il Liberalismo Gobettiano sarà capace di portare veramente a una Rivoluzione nella palude stagnante della politica italiana?
L’occasione offertami di scrivere su RIVOLUZIONE LIBERALE mi consente di ringraziare tutti gli amici e i lettori che mi hanno inviato le loro felicitazioni per la nomina a “Presidente d’onore” dell’Associazione culturale “LIBERALISMO GOBETTIANO”, creata da Antonio Pileggi e da lui autorevolmente ed egregiamente diretta.
Si tratta di un organismo vivo, dalle idee chiare e composto da persone non incartapecorite e vittime di giaculatorie e luoghi comuni tricentenari stancamente ripetuti per inerzia mentali in condizioni socio-politiche del tutto mutate.
L’opera che intendo svolgere nella posizione assegnatami mi permetterà, certamente, di mettere in evidenza, con lo scritto o con la parola (in convegni, dibattiti, tavole rotonde e quant’altro), tutto quanto possa mettere in pericolo la libertà e la democrazia in Italia.
I rischi, sempre presenti nel nostro Paese a causa della cultura in esso dominante, improntata a ogni tipo di autoritarismo (per la prevalenza di assolutismi religiosi o filosofici) si sono, infatti, accentuati nell’ultimo decennio.
E ciò a causa di iniziative legislative di entrambe le coalizioni di partiti che si sono succedute nel governo della res publica, per effetto di una delle applicazioni più sconcertanti della regola, pur democratica, dell’alternanza.
In un decennio e poco più, il Centro-Destra ha avuto modo di varare, sull’esempio della mussoliniana “legge Acerbo”, un meccanismo elettorale truffaldino per consentire a sparute minoranze di prevalere sulla maggioranza degli oppositori, votanti e astenuti, e ottenere in Parlamento la fiducia per effetto di un “premio” di maggioranza dato a una minoranza di un briciolo più consistente dell’altra.
Il Centro- Sinistra ha fatto anche di più, sul piano quantitativo, approvando due leggi elettorali, di analogo tenore, una peggiore dell’altra e, addirittura, una sgangherata riforma costituzionale, fortunatamente bloccata da una caterva di No al voto referendario. Quella sciagurata nuova Costituzione avrebbe condotto lo Stivale al livello delle dittature sudamericane, corrispondendo al desiderio dell’Alta Finanza mondiale (racchiuso nel report della Banca J.P. Morgan Chase, reso fortuitamente noto dai mass-media) di ripristinare il fascismo in Europa.
Il pericolo di una presenza nociva dei due raggruppamenti politici in Italia dovrebbe ritenersi, almeno per qualche tempo, sventato.
Alle prossime elezioni politiche, infatti, il Centro-Sinistra dovrebbe toccare il suo minimo storico, grazie all’opera del leader da cui s’è fatto, incomprensibilmente, irretire.
Al Centro-Destra, nel dopo-voto, verrà probabilmente a mancare l’apporto della Lega che ha mandato in soffitta i bolsi rituali dell’acqua del Po’ (come laica fonte battesimale), la farsa del giuramento di Pontida, e la rivendicazione (falsa) delle origini Celtiche del nepotismo tutto latino (vero) di Umberto Bossi.
Con altrettale verosimiglianza, Salvini approderà al settore politico delle forze anti-sistema, dove vi sarà, ad attenderlo il Movimento delle Cinque Stelle (a bocce ferme e senza più possibilità di confusione nociva e disorientamento per l’elettorato).
C’è chi teme, però, e non a torto, che il mal-governo per imperizia, inesperienza, impreparazione politica e giuridica, inattitudine amministrativa di parlamentari penta-stellati e leghisti (sul piano municipale, i primi hanno fatto peggio dei secondi) continuerà a imperversare sulla Penisola, in un ideale e malaugurata prosecuzione delle persone incompetenti “ fatte scendere in campo” dal Centro-Destra e dal Centro-Sinistra negli ultimi dieci anni, con selezione operata dai Segretari di partito.
A meno che – osserva qualche altro osservatore politico, più ottimista – non si ricompatti il fronte del No che già al referendum costituzionale ha ricondotto alle urne un’alta percentuale di votanti (facendo sensibilmente diminuire la percentuale delle astensioni) e ha indotto a “scendere in campo” (non nel senso, ridicolo, detto prima e usato dai “pallonari” italiani pur di opposto colore) professionisti di grande valore, accademici non soltanto ricchi di dottrina ma soprattutto esperti delle applicazioni pratiche della teoria, amministratori “navigati” per l’attività svolta in grandi compagnie o pubbliche istituzioni, economisti, intellettuali dal pensiero libero e non condizionato da assiomi indimostrabili di ogni natura.
La domanda è: vi sarà una forza politica di una certa esperienza (pregressa, nel settore pubblico) a mobilitare un tale esercito di gente qualificata o, invece, quei maestri del pensiero dovranno fare tutto da soli, perché i partitini della giungla politica italiana si “appollaieranno” sulle spalle dei nostalgici del fallimentare bipolarismo italico e finiranno con loro nella palude in cui Centro Destra e Centro Sinistra non potranno, verosimilmente, evitare di sprofondare?
O vi sarà almeno un leader di comprovata abilità e perizia politica a pilotare tale nuova forza, senza la quale i pur volenterosi e non corrotti uomini delle forze “anti-sistema” corrono il rischio di naufragare?
* Pubblicato su Rivoluzione Liberale. Il Presidente Mazzella collabora stabilmente con Rivoluzione Liberale da autorevole giurista indipendente.
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