Piero Gobetti

“Il regime democratico è fatto di esperienza, di abitudine, di limitazione quotidiana dei poteri attraverso l’esercizio di tutte le critiche; in regime democratico il pensare ha la stessa dignità del fare; si demolisce, mentre si costituisce o si ricostruisce;”

La Rivoluzione Liberale, anno IV, n. 26, 28 giugno 1925

“Ma la cultura politica si può svolgere solo attraverso la lotta politica e la lotta politica nel mondo moderno ha la sua premessa necessaria nella libertà.”

La Rivoluzione Liberale, anno II, n. 5, 8 marzo 1923

“Fra tanti ciechi e moncoli siamo condannati a vedere; tra tanti illusi dobbiamo essere consci di tutta una esperienza storica e attuale. Non è lecito guardare con fiducia esperimenti che la storia ci addita dannosi, e far credito ad uomini che tutti sappiamo impreparati e incapaci di costruire in Italia una coscienza moderna.”

La rivoluzione Liberale, anno I, n. 33, 9 novembre 1922

“Nella conoscenza del passato comune c’è la base della comune azione attuale. Solo sentendo fortemente la tradizione possiamo realizzare il nostro bisogno di rinnovamento della vita italiana. PER NOI CULTURA È COSCIENZA STORICA. Ritroviamo in essa la responsabilità dell’individuo che è anche cittadino;”

“Arte, filosofia, pensiero politico concorrono a formare l’anima di un popolo, e lo spirito che si attua è a volta a volta ognuna di queste forme.”

Energie Nuove, serie II, n. 11, 20 dicembre 1919

“…la superiorità di educazione farà sempre distinguere la nostra intransigenza politica dal politicanesimo dei trafficanti”…

“…chi si professa apolitico non è soltanto un letterato o un retore, è un disertore, un complice del regime”…

La rivoluzione Liberale, anno III, n. 10, 4 marzo 1924

“Da noi giovani, che ancora non abbiamo perduto il senso della realtà, deve sorgere questa idea nuova dell’Italia: qui filosofia e politica devono convergere; la nostra teoria deve essere ardore di pratica, deve portare le idee nella vita sociale, farle realtà più umane: al di sopra delle parole e degli schemi deve cogliere l’essenza dello sviluppo”

‘L’educazione nazionale’. 30 Novembre 1920

“Bisogna preparare ben altra rivoluzione nelle coscienze, bisogna dare agli italiani un senso realistico e capacità moderna di lotta politica, abituarli al sacrificio e all’intransigenza per le loro idee.”

La Rivoluzione Liberale, anno III, n. 46, 10 dicembre 1924

“La nostra opposizione è così intransigente che ci rifiutiamo di esaminare i programmi e di collaborare con la critica.” …”Le nostre sono antitesi integrali: restiamo storici, al di sopra della cronaca, anche senza essere profeti, in quanto lavoriamo per il futuro, per un’altra rivoluzione”

La Rivoluzione Liberale, anno I, n. 34, 23 Novembre 1922

“Il senso più palese della formula ‘libertà della scuola’ per un liberale è per l’appunto la necessità e la volontà di una liquidazione del dogmatismo scolastico, di un riconoscimento del valore educativo contenuto nelle libere iniziative culturali che il mondo moderno ha creato intorno alla scuola, istituto caratteristicamente sorto sotto l’influenza delle concezioni medievali.”

“Il voto anche per chi non sia un fanatico dell’illuminismo è veramente l’atto fisico di nascita della persona politica”

La Rivoluzione Liberale, anno II, n. 1, 11gennaio 1923

“Il fine più chiaro è di inserirci nella vita politica del nostro Paese, di migliorarvi i costumi e le idee, intendendone i segreti: ma non pensiamo di raggiungerlo con un’opera di pedagogisti e di predicatori: la nostra capacità di educare si esperimenta realisticamente in noi stessi; educando noi, avremo educato gli altri.”

Piero Gobetti, La Rivoluzione Liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Cappelli, Bologna, 1924

“La sottomissione della politica alla morale ha un senso soltanto se ci riconduce alla rivoluzione delle coscienze e se si intende come una subordinazione dei valori sociali alla nascita della coscienza e della dignità del cittadino.”

Coscientia, Roma 27 settembre 1924

“Bisogna diffidare delle conversioni, e credere più alla storia che al progresso, concepire il nostro lavoro come un esercizio spirituale, che ha la sua necessità in sé, non nel suo divulgarsi.

C’È UN VALORE INCROLLABILE NEL MONDO: L’INTRANSIGENZA, e noi ne saremo, per un certo senso, in questo momento, i disperati sacerdoti.”…

…”Ma la nostra ingenuità è più esperta di talune corruzioni e in certe teorie autobiografiche ha già sottinteso un insolente realismo politico obiettivo”

La Rivoluzione Liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Cappelli, Bologna, 1924